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La Lussazione della Spalla

 Cos’è?…

La lussazione alla spalla è la fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità glenoidea della scapola. In caso di fuoriuscita parziale parliamo invece di sublussazione.
Esistono tre tipi di lussazione:

  • Anteriore, la più comune (fino al 93-95% dei casi);
  • Posteriore (2-5% dei casi);
  • Inferiore, poco comune.

Cause

La lussazione è la conseguenza di un trauma importante nel quale la spalla compie un movimento innaturale e, spinta quindi all’estremo, fuoriesce dalla sua orbita come detto in precedenza. Può avvenire anche, più raramente, in seguito ad una patologia degenerativa.
Spesso infortuni di questo genere sono le conseguenze di una elevata instabilità dell’ articolazione. Essa è definita “instabile” o “lassa”, quando la testa dell’omero nel corso del movimento non rimane ben centrata all’interno della cavità glenoidea della scapola che la contiene in parte. Questo processo può portare ad una notevole lassità legamentosa che aumenta ancora di più il rischio che la lussazione si verifichi di nuovo.

Sintomatologia

I sintomi più comuni, sono:

  • Forte dolore alla spalla;
  • Braccio “dondolante”;
  • Deformità della spalla;
  • Perdita di sensibilità dell’arto;
  • Formicolio a spalla e braccio;
  • Difficoltà nello svolgere qualsiasi movimento.

Si tratta, come per ogni tipologia di lussazione, di un infortunio molto doloroso che rende impossibile eseguire anche i normali movimenti del braccio.

Trattamento

Trovandoci di fronte ad una lussazione della spalla, il primissimo intervento (doloroso ma necessario),è la manovra di riduzione. Questa manovra consiste nel riporre la testa dell’omero nella cavità glenoide. Per fare questo è richiesta una forte trazione del braccio verso chi compie la manovra(quindi in direzione opposta a chi la riceve), in modo tale da “disincastrare” la testa dell’omero dalla sua attuale posizione per riportarla all’interno della cavità glenoidea. E’ una manovra molto delicata e dolorosa, la maggior parte delle volte svolta in ospedale con l’aiuto di un‘anestesia. Richiede intervento di una figura medica specializzata per evitare di recare ulteriori danni all’articolazione.

Generalmente nel caso di un primo episodio la terapia è conservativa.
Dopo un periodo di immobilizzazione con un tutore si procede a un periodo di riabilitazione per ottenere un recupero articolare e funzionale della spalla.
Nel caso di episodi sempre più frequenti di lussazione, va presa in considerazione la possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico (generalmente in artroscopia) per stabilizzare l’articolazione. L’intervento chirurgico varia in funzione del danno che la lussazione ha procurato a suo tempo, infatti potrebbe essere rivolto alla riparazione del cercine glenoideo, oppure riguardare i tendini della cuffia dei rotatori.
Qualsiasi sia il trattamento, in ogni caso il paziente dovrà indossare per circa 4 settimane uno specifico tutore per la spalla, il quale sostanzialmente immobilizza l’articolazione gleno-omerale in posizione di sicurezza.

Il percorso riabilitativo invece è composto da queste tre fasi:

Prima fase

Immobilizzazione del braccio per circa 4 settimane, per permettere al tessuto muscolare di ripararsi;

Seconda fase

Fisioterapia assistita, per recuperare il movimento dell’articolazione (circa 4-8 settimane) con ausilio di mezzi fisici atti a ridurre il dolore;

Terza fase

Rinforzo della muscolatura attraverso l’esercizio fisico assistito e non (circa 8 settimane).

Nella terza fase, quella che svolgiamo nella nostra fisiopalestra, gli esercizi proposti saranno tutti propensi al miglioramento della mobilità della spalla alla propriocezione e rinforzo (in particolare dei muscoli della cuffia dei rotatori e di quelli stabilizzatori della scapola). Il rinforzo dei muscoli della cuffia e dei muscoli stabilizzatori della scapola serve per prevenire future lussazioni, ma è un programma lungo che può richiedere diversi mesi.

Come attrezzi utili al nostro scopo in fisiopalestra si trovano:

  • Kettlebel, utilissime per un lavoro di propriocezione e rinforzo;
  • Bastoni, necessari per molti esercizi di mobilizzazione;
  • Manubri, per il rinforzo muscolare della spalla;
  • Elastici, sempre coinvolti nel rinforzo e mobilità della spalla;
  • Swiss ball, utilizzata sia per esercizi di propriocezione che di mobilità;
  • Ercolina con cavi, utile sempre per il rinforzo svolgendo anche lavori in intra/extra-rotazione;

Come in ogni riabilitazione, l’esercizio fisico svolto in palestra è l’ultimo passo fondamentale per il pieno ripristino della funzionalità della spalla permettendo al paziente di recuperare a pieno tutti i movimenti articolari rinforzando e stabilizzando la spalla. Finita la fisioterapia il paziente potrà tornare tranquillamente a svolgere le proprie attività quotidiane, facendo sempre però attenzione a mantenere costante l’equilibrio muscolare-articolare svolgendo delle sedute specifiche o, semplicemente, svolgendo degli esercizi di attivazione prima di qualsiasi attività fisica.