(+39) 348 724 4897 / (+39) 0773 606 342 info@fisiolatina.it

Patologie dell’Anca

Anatomia…

L’articolazione dell’anca, detta anche articolazione coxo-femorale, collega l’arto inferiore al bacino, ed è formata da due facce articolari:

  • l’estremità prossimale del femore: nota anche come “testa femorale”;
  • l’acetabolo, detto anche “cotile”.

È una formazione ossea semisferica costituita dalla fusione delle tre ossa del bacino (Ischio, ileo e pube), circondata da un labbro cartilagineo che ne aumenta l’ampiezza e la cavità al fine di ospitare al meglio la testa del femore.

Capsula e legamenti

L’articolazione è ricoperta da una capsula molto resistente, e il suo complesso legamentoso è formato da quattro legamenti:

  • ileofemorale;
  • pubofemorale;
  • ischiofemorale;
  • legamento rotondo.

I muscoli

Vista la grande quantità di movimenti e l’ampiezza articolare e il carico a cui è sottoposta, l’anca è costituita di una solida struttura muscolare che possiamo dividere in due gruppi principali:

  • il primo gruppo: comprende i muscoli della fossa iliaca come lo psoas e l’ileo;
  • il secondo gruppo: comprende i muscoli della regione glutea come il grande, il medio e piccolo gluteo, il piriforme, l’otturatore interno, i due gemelli e il quadrato del femore.

Le principali patologie in cui va in contro quest’articolazione sono:

La coxartrosia

La coxartrosi è l’artrosi che colpisce l’articolazione dell’anca. Per artrosi si intende una patologia degenerativa che si manifesta con un’usura progressiva a carico della cartilagine articolare.

Lo sfregamento tra le superfici ossee provoca quindi infiammazione e dolore, in particolare nella zona inguinale, alla coscia e nella regione laterale dell’anca. Il dolore è avvertito in maniera più intensa quando si muove l’anca dopo un periodo di inattività (la mattina appena svegli o dopo esser stati seduti a lungo), o alla palpazione nella parte della testa femorale.

I fattori di rischio della coxartrosi sono:

  • età avanzata (inizia prevalentemente dopo i 60 anni, maggiormente nelle donne)
  • attività sportiva eccessiva e logorante
  • sedentarietà
  • obesità
  • traumi o fratture pregresse
  • artrite reumatoide

Questa problematica presenta un decorso lento e la si può suddividere in tre stadi:

  • condizione asintomatica (fase iniziale infiammatoria)
  • condizione sintomatica (prime valutazioni ortopediche)
  • condizione sintomatica conclamata (nel peggiore dei casi si va incontro ad intervento chirurgico)

La patologia viene diagnosticata mediante una visita ortopedica, dove oltre alla valutazione clinica, il medico osserverà i risultati degli esami radiologici (adeguatamente specifica già l’RX), in cui potrà constatare il grado di degenerazione articolare.

A seconda del grado di compromissione dell’articolazione gli specialisti valuteranno quindi se intraprendere un trattamento conservativo mediante l’inizio immediato della fisioterapia o se sia necessario effettuare un intervento chirurgico, al quale poi seguirà l’opportuna riabilitazione.

La trocanterite

La trocanterite, chiamata anche borsite trocanterica è una infiammazione a carico della borsa trocanterica e dei tendini dei muscoli che si inseriscono sul grande trocantere: il medio gluteo ed il piccolo gluteo, il piriforme, l’otturatore interno e l’otturatore esterno.
La borsa trocanterica è una borsa sierosa la cui funzione è quella di ridurre l’attrito dei tendini.

ll sintomo principale della borsite trocanterica è il dolore localizzato prevalentemente nella zona laterale dell’anca. Il dolore peggiora quando si è sdraiati sul fianco dell’anca interessata, nell’accavallare le gambe, nel salire le scale e correndo.
Spesso è presente gonfiore in corrispondenza del grande trocantere dovuto alla raccolta di liquidi all’interno della borsa e rigidità articolare dell’anca.

Le cause della trocanterite sono:

  • contusioni o cadute accidentali sul fianco
  • pressione eccessiva e/o prolungata sull’anca (per esempio lo stare sdraiati sul fianco su superfici rigide per troppo tempo)
  • movimenti ripetitivi dell’articolazione dell’anca che generano conflitto a livello dell’inserzione tendinea
  • atrofia dei muscoli dell’anca
  • disturbi posturali

La diagnosi della borsite trocanterica avviene attraverso l’anamnesi e l’esame clinico. Gli esami strumentali sono finalizzati alla conferma diagnostica. La radiografia permette di escludere la coxartrosi, mentre l’ecografia può evidenziare la presenza di eventuali calcificazioni tendinee (entesite calcifica) e l’eventuale aspirazione del liquido sinoviale in eccesso venutosi a formare.

L’Impingement dell’anca

L’impingement dell’anca, chiamato anche conflitto femoro-acetabolare, è un contatto anomalo tra le superfici articolari dell’anca dovuto ad un’alterazione anatomica delle stesse.
Questo contatto anomalo tra le superfici ossee, usura precocemente la cartilagine articolare provocando infiammazione e dolore.
Il conflitto femoro-acetabolare è la causa più frequente di dolore all’anca nei giovani adulti e negli sportivi.

Il sintomo principale è il dolore all’anca o all’inguine. Il dolore compare dopo un’attività sportiva intensa (calcio, corsa), durante movimenti oltre il range di movimento fisiologico (danza, ginnastica artistica), compiendo gesti di vita quotidiana come entrare/uscire dall’auto, indossare scarpe o rialzarsi da una posizione accovacciata.
Progressivamente il dolore si fa sempre più frequente limitando prima le attività sportive e poi anche quelle quotidiane.
È possibile, inoltre, che il dolore sia accompagnato da rumori o blocchi
articolari.

La diagnosi del conflitto femoro-acetabolare si basa su:

  • un accurato esame clinico con test specifici che rievocano il conflitto e provocano la sintomatologia nota
  • una radiografia del bacino e delle anche per evidenziare alterazioni anatomo-patologiche
  •  una risonanza magnetica con contrasto per evidenziare eventuali lesioni del labbro acetabolare.

Linee generali di trattamento nelle patologie dell’anca

Il trattamento nelle patologie dell’anca, indipendentemente da quali siano delle suddette, non può prescindere dalla terapia manuale al fine ristabilire la corretta dinamica di bacino ed arti inferiori, e dall’allungamento delle strutture retratte.
Nei pazienti con coxartrosi sarà particolarmente importante la mobilizzazione al fine di favorire la lubrificazione dell’articolazione e l’elasticità dei tessuti circostanti.

Soprattutto nelle fasi acute della patologia, dove la sintomatologia è più invalidante, gli elettromedicali di ultima generazione a nostra disposizione, quale Laserterapia, Tecarterapia, Correnti Antalgiche ed Ultrasuonoterapia (quest’ultima più idonea nelle coxartrosi e trocanteriti), sono molto utili a ridurre la componente infiammatoria ed il dolore.
Successivamente, nella fase post-acuta si inizierà con esercizi terapeutici mirati al rinforzo della muscolatura dell’anca (soprattutto medio gluteo), al miglioramento della propriocettività e, se necessario, il paziente verrà rieducato al corretto schema del passo.

Sarà importante insieme al paziente valutare eventuali abitudini o gesti sportivi errati, al fine di correggerli ed evitare che in futuro possano generare nuovamente infiammazione e sintomi.

Nonostante le linee generali di trattamento ad ogni seduta sarà comunque opportuno scegliere le strategie terapeutiche più adatte, programmando gli obiettivi da raggiungere, integrando ed adeguando il percorso terapeutico a seconda della risposta alle singole terapie al fine di ottimizzare i risultati e migliorare la qualità di vita del paziente nel breve e nel lungo termine.